La chiesa della Maggia, posizionata in uno dei più suggestivi angoli panoramici sulla valle del Ticino, era parte della celebre “cascina Maggia”.

La cascina Maggio prende il nome dalla famiglia milanese dei Maggi. Castellano Maggi (il cui nome porta la cascina Castellana, sotto Tornavento), titolare di diritti feudali nella pieve di Dairago, morendo nel 1543 lasciò suo erede il nipote Cesare, la cui figlia, Ippolita, sposerà un Gonzaga. Nel 1574 la cascina, allora di proprietà Gonzaga, era abitata da cinque famiglie per ventisei persone in totale.

Nel Settecento la cascina fu proprietà di Visconti, parenti dei feudatari di Lonate.

Nel 1863 venne acquistata da don Gustavo Parravicino, generale di corpo d’armata.

Prima che a Tornavento, per decenni e decenni, gli abitanti della Cascina Maggia furono soggetti a Lonate, cui appartenevano
come parrocchiani. Nel 1912, quando la abitavano una cinquantina di persone, la cascina venne ampliata su disegno dell’ing. Giulio, figlio di Gustavo

Nel secondo dopoguerra alla cascina è stata affiancata una cava di ghiaia, rimasta in attività molti anni. Il caseggiato, via via sfoltito di locali abitativi, infine ceduto dagli eredi Parravicino ad una società di capitale italo-olandese, è stato di recente tutto demolito, tranne la chiesa.

La chiesa, nella mappa del 1722, è disegnata a nord-ovest della cascina. Fu benedetta nel 1740 da un delegato arcivescovile.
Abbiamo una breve descrizione del 1750: era di patronato Visconti ed i signori Visconti si erano obbligati a farvi celebrare almeno dodici messe all’anno. era dotata di sagrestia a ridosso dell’altare e di armadi per la suppellettile sacra. Al beneficio sotto il titolo della Beata Vergine della Consolazione apparteneva il vicino campo di pertiche.

Settecenteschi sono il grazioso portico, la torricella delle campane, nonché l’affresco interno sopra l’altare che propone una Madonna con Bambino seduta su un seggio tra finti tendaggi aperti.
Sulle pareti che fiancheggiano l’altare sono dipinti, uno per lato, gli emblemi e i motti dei Parravicino e dei Lossetti: furono dipinti nel 1898 quando l’ing. Giulio sposò Ines Lossetti Mandelli, erede dei signori di Dairago.

La chiesa ha fruito di lavori di restauro nel 1988. Oggi è proprietà della predetta società italo-olandese, ma la parrocchia
di Lonate ne può fruire a richiesta per funzioni religiose.

Attualmente la Chiesa è raggiungibile attraverso un affascinante sentiero, lungo seicento metri, che la collega alla strada del Gaggio, all’altezza della Dogana Austro-Ungarica.

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